“Disincanto” di Matt Groening

(USA, dal 2018)

E’ arrivata su Netflix la nuova seria animata firmata dal papà de “I Simpson” Matt Greoning. Il geniale autore di Portland, ambienta la sua nuova creazione televisiva in un Medioevo molto speciale.

La protagonista è la principessa Tiabeanie – detta Bean – anticonvenzionale e con un serio problema di alcolismo, che è attratta dall’indipendenza e dalla libertà nonostante il suo ruolo nobile e le relative responsabilità.

Al suo fianco ci sono un elfo fuggito dal mondo fantastico e lo spirito maligno Lucienne Pendergast – detto Luci – che le da sempre il consiglio sbagliato al momento giusto.

Seguiamo così le improbabili e spesso sfortunate – e quasi mai “politicamente corrette” – avventure di Bean, che rischiano quotidianamente di mandare a gambe all’aria il regno del padre e il mondo intero, ma…

In piena tradizione Simpson, “Disincanto” mantiene le promesse del suo creatore.

“Rhoda” di James L. Brooks e Allan Burns

(USA, dal 1974 al 1978)

Questa divertente sit-com nasce come spin-off di “Mary Tyler Moore”, altra serie famosissima negli States agli inizi degli anni Settanta, nella quale Rhoda (sempre interpretata da Valerie Harper) aveva il ruolo di amica della protagonista, contraltare delle vicende amorose e lavorative della bella e fin troppo perfetta Mary Richards.

Ma il successo di Rhoda, intelligente e spiritosa ma schiacciata dalla figura materna e per questo spesso sfortunata con gli uomini, convince i produttori a dedicarle una serie tutta sua.

Da Minneapolis Rhoda Morgenstern torna a New York per fare la vetrinista. Lì il suo contraltare sarà la sorella minore Brenda (Julie Kavner). Le vicende di Rhoda sono indubbiamente molto più divertenti e spesso cattive di quelle della serie da cui nasce, e ancora oggi godibilissime.

Non è un caso quindi che uno dei creatori della serie, James L. Brooks, sia anche uno dei produttori e coautori, insieme a Matt Groening, de “I Simpson”, e che Julie Kavner sia l’attrice che da oltre vent’anni dona la voce a Marge Simpson.

“I Simpson” di Matt Groening

(USA, dal 1989)

Non credo esista un programma che abbia rivoluzionato la televisione come la serie ideata da Matt Groening nel lontanissimo 1989. Tanto di cappello ai produttori che allora gli credettero e che continuano a farlo ancora oggi.

Sull’immenso Homer Simpson c’è poco da aggiungere, visto che ormai è parte integrante dell’immaginario collettivo dell’intero Occidente, e non solo.

Anche in quest’occasione non si può fare a meno di ricordare che se il successo del personaggio in USA è dovuto anche al doppiatore Dan Castellaneta, qui da noi lo stesso merito va attribuito all’indimenticabile Tonino Accolla.

La stessa cosa vale per Bart, Lisa (che nessuno mi toglie dalla testa essere una fra le ispiratrici del personaggio di Hermione Granger) e Marge (che recentemente ha posato alla grande per il paginone centrare di Playboy) su cui si possono scrivere pagine e pagine, ma il succo è sempre lo stesso: passano gli anni ma la famiglia di Springfield non invecchia di un giorno!