“Adèle e l’enigma del faraone” di Luc Besson

(Francia, 2010)

Luc Besson torna a parlarci di una donna fuori dal comune. Così come Nikita, Algel-A o Lucy, anche Adèle Blanc-Sec è una donna che non si ferma davanti all’ottusità degli uomini che spesso incontra.

Tratto dai fumetti di Jacques Tardi “Adèle e l’enigma del faraone” è una versione al femminile, come ha detto lo stesso Besson, di Indiana Jones. L’amore per il cinema spettacolare americano Besson non lo ha mai nascosto, anzi, spesso come ne “Il quinto elemento” ha dimostrato di poterci tranquillamente competere.

4 novembre 1911, la scrittrice e giornalista Adèle Blanc-Sec (Louise Bourgoin) è nell’antico Egitto alla ricerca della mummia del medico personale del potente faraone Ramsete II. Fra ladri di tombe, trappole mortali e il perfido Dieleveult (Mathieu Amalric) Adèle riesce e tornare a Parigi con la salma tanto desiderata.

Intanto, la capitale francese è scolvolta da uno strano e grande uccello, che molti identificano come uno pterodattilo, e causa della morte di tre persone…

Con scene spettacolari e tanta ironia, Besson firma un’altra pellicola d’azione al femminile, godibile e divertente per tutte le età.

“Venere in pelliccia” di Roman Polanski

(Francia/Polonia, 2013)

Una mente giovane è una mente giovane pure a 80 anni!

Il grande Roman Polanski, classe 1933, firma un’altra straordinaria pellicola.

Tratta dall’omonimo successo di Broadway di David Ives, “Venere in pelliccia” ci racconta la particolarissima audizione di una appariscente, rozza e distratta attrice (una brava quanto sensuale Emmanuelle Seigner in Polanski) per il ruolo di Vanda, la protagonista di una commedia tratta dal romanzo erotico dell’austriaco Leopold von Sacher-Masoch, dal cui cognome nacque il termine “masochismo”.

Autore dell’adattamento e regista è Thomas (un bravissimo Mathieu Amalric) che non ha la minima intenzione di perdere tempo con l’ultima venuta così goffa e volgare, ma quando questa inizia a recitare…

Non è mai stato facile portare il teatro al cinema e, infatti, solo i grandi maestri riescono a farlo, e Polanski lo fa pure come se fosse la cosa più semplice del mondo.