“Requiem For A Dream” di Darren Aronofsky

(USA, 2000)

Tratto dal romanzo omonimo e cult, scritto nel 1978 da Hubert Selby Jr., “Requiem For A Dream” ci racconta l’ascesa agli inferi di quattro tossicodipendenti, Harry (un bravissimo Jared Leto), il suo amico Tyrone (Marlon Wayans), la sua ragazza Marion (una bellissima e fragile Jennifer Connelly) e sua madre Sara, interpretata da Ellen Burstyn, che per l’interpretazione ottiene la candidatura all’Oscar come migliore attrice protagonista.

Sei i primi tre vengono inesorabilmente divorati dall’eroina Sara, invece, ingenuamente cade nella morsa delle anfetamine con la colpevole e micidiale complicità di una televisione aggressiva e letale.

Darren Aronofsky (che poi vincerà il Leone d’Oro per il suo “The Wrestler”, e dirigerà film come “Il cigno nero” e “Noah”) attraverso l’uso claustrofobico dello split screen e dettagli splatter ci da un bel pugno nello stomaco, togliendoci ogni speranza.

Bello e tosto come pochi.

Per la chicca: l’autore del romanzo e della sceneggiatura Hubert Selby Jr, appare in un cameo, nei panni di un secondino razzista che sorveglia Tyrone ai lavori forzati, mentre il regista Aronofsky veste i panni di un componente del pubblico dello show televisivo che ossessiona Sara.