“Il ragazzo selvaggio” di François Truffaut

(Francia, 1970)

Per scrivere la sceneggiatura di questo struggente film, Truffaut e Jean Gruault si rifecero direttamente al vero diario del dottor Jean Itard, il medico che accolse in casa sua il ragazzo trovato in una foresta francese nel 1798.

Come molti altri film di François Truffaut, anche “Il ragazzo selvaggio” è un inno in difesa dei bambini, dei ragazzi e di tutti i più piccoli e deboli della società.

Lui, che passò molto tempo della sua giovinezza in riformatorio, con la sua cinematografia ha contribuito a creare quell’attenzione all’infanzia – e anche alla disabilità – che oggi sembra scontata ma che fino a poco tempo fa non lo era affatto.

Per questo, per esempio, ogni volta che vado all’Ikea ed entrando nel reparto bambini leggo la scritta “Per i più importanti del mondo” penso al maestro François Truffaut.

Aggiungo, infine, che nulla mi toglie dalla testa che David Lynch si sia ispirato a questa indimenticabile pellicola per girare dieci anni dopo il suo “The Elephant Man”, e non solo per il bianco e nero.