“Doctor Strange” di Scott Derrickson

(USA, 2016)

Quando la Disney acquisì la Marvel forse non tutti intuirono come in breve tempo i fumetti avrebbero invaso il cinema. Ma sopratutto le enormi possibilità che tale mossa commerciale avrebbe concesso alla Disney che, grazie ai numerosi blockbuster nati dalle strisce della Marvel, fra le altre cose potè comprare anche la Lucas Ltd.

Ma se c’è un’inflazione di adattamenti cinematografici di fumetti questo, di uno degli eroi molto più complessi e atipici rispetto a quelli più famosi – e che è uno dei miei preferiti in assoluto – è davvero un bel film. Basato sul fumetto creato da Stan Lee (che appare, come sempre, in un piccolo cameo) e Steve Ditko, scritto per il cinema dallo stesso Derrickson assieme a John Spaihts e C. Robert Cargill, “Doctor Strange” è un ottimo film fantasy con degli effetti speciali davvero da Oscar.

Un grande Benedict Cumberbatch presta il volto all’arrogante ma eccezionale neurochirurgo Stephen Strange che a causa di un incidente automobilistico è costretto a rinunciare alla sua brillante carriera. Nella speranza di ritrovare le abilità perdute, Strange approda in Nepal dove incontra l’Antico, uno stregone che lo inizia alle numerose dimensioni che popolano il nostro multiverso, e che al tempo stesso nascondono multi-insidie…

Nel cast appaiono anche Chiwetel Ejiofor, Rachel McAdams, Benjamin Bratt, Mads Mikkelsen – il cattivo dei cattivi! – e la fascinosa Tilda Swinton.

Per la chicca: spero per voi che non vi siate alzati prima della fine dei titoli di coda…

“The Imitation Game” di Morten Tyldum

(UK/Germania, 2014)

Appena finito di vedere questo splendido film – tratto dal libro di Andrew Hodges, scritto da Graham Moore e diretto dal norvegese Morten Tyldum – non sono riuscito a fare a meno di pensare che nel nostro Paese c’è ancora gente che, dietro atteggiamenti perbenisti, dissimula la propria ottusa e meschina omofobia.

Ma torniamo al film: il carattere singolare di Alan Turing (interpretato da uno straordinario Benedict Cumberbatch che molti dicono essersi già prenotato l’Oscar come migliore attore) e soprattutto la sua incredibile genialità lo hanno portato fin dall’infanzia alla solitudine.

E l’essere di origini ebraiche e soprattutto omosessuale (cosa ai suoi tempi contro la legge) lo porteranno a vivere una vita breve, umiliante e desolante.

Questo nonostante abbia fatto una delle cose più grandi del suo tempo: salvare numerose vite umane (circa 14 milioni!) facendo terminare in anticipo la Seconda Guerra Mondiale.

Da vedere a far vedere a scuola, soprattutto a quegli adolescenti così solerti nel commentare o deridere gli altri sui social.