“Scritto col sangue” di Andrew Garve

(Mondadori, 1961)

Peter Rennie è un giornalista d’inchiesta e lavora per il quotidiano britannico “Post”, che lo manda a Jersey, una delle isole sul canale della Manica, ad intervistare un ex “pesce grosso” della finanza, ormai in pensione, visto che ha da poco pubblicato un libro di memorie con alcuni caustici giudizi su altri pesci grossi al momento ancora in azione.

La trasferta capita proprio durante i giorni di Pasqua e così Rennie passa alcuni giorni in vacanza sull’isola dove incontra casualmente l’avvenente e assai intrigante Mary Smith. Fra i due nasce una tenera amicizia ma, la mattina dell’ultimo giorno che avrebbero dovuto passare insieme, la ragazza sparisce senza lasciare traccia e soprattutto una spiegazione.

Rennie, mesto e sconsolato, torna a casa ma la sua natura di segugio gli impone di rintracciare Mary e soprattutto di capire il perché di un gesto tanto definitivo e apparentemente così immotivato. Grazie al suo lavoro e agli archivi del “Post” Rennie riesce, non senza difficoltà e dopo non poche settimane, a rintracciare Mary che gli confessa il motivo della sua fuga: suo padre è Francis Noel Smith, noto a in tutti con lo pseudonimo di John Galloway, fra i più famosi scrittori del Paese. Basta questo per far comprendere tutto a Peter. Infatti Galloway/Smith è in prigione dove deve scontare un ergastolo per aver ucciso Robert Shaw, un anonimo bibliotecario con la passione della scrittura.

Il processo appena conclusosi ha stabilito che Galloway, dopo aver copiato il libro che Shaw gli aveva sottoposto, lo ha pubblicato come se fosse suo, per poi ucciderlo durante un alterco. Rennie, dopo aver studiato gli atti processuali, non può che concordare con la condanna finale, ma lo sguardo fiero di Mary che tenta in ogni modo di convincerlo dell’innocenza del padre, lo porta a fare delle nuove e personali indagini…

Sfiziosissimo giallo nella grande tradizione britannica, ambientato nel mondo del giornalismo e dell’editoria. L’inglese Paul Winterton (1908-2001) nella sua lunga e prolifica carriera di scrittore, oltre a Andrew Garve, usò gli pseudonimi di Roger Bax e Paul Somers. Autore di numerosi gialli, molto famosi soprattutto in Gran Bretagna, Winterton ambienta questo suo piacevole thriller in un mondo che conosce molto bene: quello dell’editoria dove le invidie, i plagi e gli “sgambetti” sono all’ordine del giorno.

Godibile davvero fino all’ultima pagina.

Purtroppo questo “Scritto col sangue” il cui titolo originale è “The Galloway Case” – pubblicato per la prima volta nel 1958 – è fuori catalogo da decenni e praticamente introvabile nel nostro Paese se non nel mondo del vecchio usato.