“Vita di Pi” di Yann Martel

(2012, PIEMME)

Sull’onda dell’entusiasmo suscitato dal film di Ang Lee ho deciso di leggere il romanzo originale.

L’ho finito in poche ore, nelle quali mi sono ritrovato disperato su una scialuppa di salvataggio accanto a una gigantesca tigre del Bengala di nome Richard Parker.

Chi ha visto il film sa bene che a colpire e sconvolgere non sono tanto i sette mesi passati da un adolescente solo e perso nell’immenso oceano, ma la sua sorprendente volontà di voler sopravvivere a tutti i costi, così dura e tenace, e che affonda le sue radici in una pacifica e spirituale infanzia vissuta in un’India affascinante, cosmopolita e piena di animali, aromi e colori.

Come ha detto Ang Lee: “Siamo tutti Richard Parker!”.