“Pioggia” di William Somerset Maugham

(Adelphi, 2013)

Questo volume raccoglie due racconti di William Somerset Maugham (1874-1965), fra i più famosi autori britannici del Novecento, ambientati nelle isole del Pacifico, allora protettorati europei.

Il primo “Pioggia”, che dona il titolo al libro, è certamente il più famoso e struggente. Da esso – che all’inizio l’autore aveva intitolato “Miss Thompson” – John Colton e Clemence Randolph trassero lo spunto per l’opera teatrale “Rain” che, a partire dal 1928, venne adatta anche per il grande schermo tre volte. A vestire i panni della protagonista furono, infatti, Gloria Swanson nel 1928, Joan Crawford nel 1932 e Rita Hayworth nel 1953.

Il dottor Macphail e sua moglie viaggiano su un battello diretti all’isola di Apia, nel sud del Pacifico, e con loro viaggiano i coniugi Davidson, una coppia di missionari. Il cielo è diventato scuro ed è iniziata una pioggia inesorabile e claustrofobica che colpisce tutta la regione. Il maltempo, che preannuncia tempeste violente in arrivo, costringe il battello ad approdare a Pago Pago, dove tutti i viaggiatori dovranno aspettare il passaggio della burrasca.

I Macphail e i Davidson vengono ospitati nell’unico piccolo albergo dell’isola, dove l’ultima camera disponibile viene data all’americana Miss Sadie Thompson. L’inesorabile rigore morale del signor Davidson e la stretta convivenza, in breve tempo, indispongono il dottor Macphail, e la situazione degenera quando l’attività di Miss Thompson echeggia prepotentemente in tutto il piccolo albergo. La donna, infatti, per vivere fa la prostituta e nella sua camera organizza continui party a base di alcol e musica del suo grammofono, in cui sono invitati i marinai del porto.

Furente e scandalizzato, Davidson si rivolge al proprietario dell’albergo prima, e al governatore dell’isola poi, che alla fine è costretto ad espellere la donna imponendole di rimpatriare appena la burrasca sarà passata. La Thompson cade nella disperazione più assoluta, visto che quando sbarcherà a San Francisco verrà immediatamente arrestata per la sua professione.

Fiero della sua vittoria, Davidson accetta il pentimento della donna e inizia a passare sempre più tempo nella sua stanza per redimerla definitivamente…

L’epilogo di questo racconto, che naturalmente non rivelo, è uno dei più belli e graffianti scritti da Somerset Maugham, che con pochi vocaboli riesce perfettamente a sottolineare l’ottusità, la cattiveria e l’ipocrisia di alcuni atteggiamenti, molto spesso figli del più becero perbenismo dettato dalla repressione. Non a caso lo scrittore era nato nell’Inghilterra vittoriana, dove spesso le gambe di poltrone e tavoli venivano scrupolosamente coperte per …non indurre in tentazione.

Il secondo racconto “Il reprobo”, ci parla sempre di ipocrisia e perbenismo ma con toni molto più leggeri e divertenti. Sempre nel sud del Pacifico ci sono le Alas, un gruppo di isole per la maggior parte basse e boscose, allora protettorato della corona olandese. Nell’isola principale, che si chiama Baru, ci sono la residenza e gli uffici del Contrôleur – una sorta di ispettore generale – Mynheer Evert Gruyter, che è un uomo gaudente, che ama la buona tavola e lo scherzare.

Per questo è sempre molto tollerante dopo ogni sbornia di Ginger Ted, il cui vero nome è Edward Wilson, un manovale irlandese amante di donne e alcol. Questo perché è uno dei pochi europei che risiede sull’isola con il quale, Evert Gruyter, può passare una piacevole e soddisfacente serata. Ma Ginger Ted col suo comportamento finisce per attirare le ire e il biasimo di Martha Jones, l’irreprensibile sorella del reverendo Owen Jones di istanza a Baru…

“Il filo del rasoio” di Edmund Goulding

(USA, 1946)

Questo adattamento del noto romanzo di William Somerset Maugham è stato uno di primi grandi successi del Secondo Dopoguerra di Hollywood. Dedicato ai travagli interiori dei reduci (della Prima Guerra Mondiale) “Il filo del rasoiso” ci racconta la storia di Larry Darrell (un bravo e bello Tyrone Power) fidanzato con la ricca Isabella Bradley (una luminosa Gene Tierney) appena tornato indenne dal fronte.

La famiglia di Isabella – e soprattutto suo zio, il ricco Elliot Templeton impersonato magistralmente da Clifton Webb – vorrebbe che Larry iniziasse a lavorare per poi sposarsi ma lui, invece, con la piccola rendita che gli spetta non intende assumersi nessuna responsabilità: vuole solo comprendere se stesso.

Per amore Isabella accetta che il suo fidanzato si trasferisca a Parigi, ma dopo un anno lo raggiunge e gli impone di sposarla. Lui rifiuta e il loro fidanzamento viene così annullato. Isabella, come vuole la famiglia, sposa il suo ricco spasimante di sempre, mentre Larry arriva fino in Nepal per trovare se stesso. Ed è proprio lì che comprenderà che la felicità e la pace con se stessi sono come camminare sul filo di un rasoio. Quando, anni dopo, rientrerà a Parigi troverà le cose e le persone molto cambiate…

Melodrammone che però ha molti meriti, oltre a una regia elegante e sopraffina, la storia melò viene interpretata magistralmente da tutti i protagonisti, anche quelli che hanno ruoli secondari come Anne Baxter, o addirittura solo un piccolo cameo come Elsa Lanchester.