“Sojux 111 Terrore su Venere” di Kurt Maetzig

(Germania Est/Polonia, 1960)

Questo è uno dei pochi film di fantascienza girati oltre cortina negli anni Cinquanta, che abbia avuto un certo riscontro anche in Occidente. La sceneggiatura è tratta dal romanzo “Astronauci” del polacco Stanislaw Lem (autore fra gli altri di “Solaris” che Tarkovskij adattò splendidamente per il cinema nel 1972) ed è impregnata, come quasi tutti i film di genere dell’epoca – dentro e fuori cortina – dalla paura dell’olocausto atomico.

Siamo nel futuristico 1985, e invece dei paninari, l’argomento principe sulla bocca di tutti è una sorta di nastro extraterrestre rinvenuto casualmente nel deserto dei Gobi. Gli studiosi di tutto il mondo – visto che la Terra finalmente vive in pace, e tutte le nazioni collaborano sinergicamente allo studio del cosmo e ai viaggi spaziali – scoprono che è una sorta di diario di bordo proveniente da un’astronave extraterrestre precipitata molto tempo prima in Siberia.

L’astronave, nell’impatto con la crosta terrestre è andata distrutta, ma il messaggio, lanciato evidentemente poco prima della collisione, si è salvato. Ma nessuno, sul nostro Pianeta, riesce a decifrarlo. Si riesce a stabilire solo che il velivolo proveniva dal pianeta Venere.

Era in preparazione la prima spedizione internazionale su Marte, ma viene dirottata subito su Venere. L’equipaggio è cosmopolita: dall’U.R.S.S. agli Stati Uniti, dal Giappone all’India, dalla Repubblica Popolare Cinese alla Polonia, dalla Germania Est all’Africa. Ma quando i cosmonauti raggiungono la superficie di Venere scoprono una tragica verità…

Con un epilogo simile a quello di “RX-M Destinazione Luna” di Kurt Neumann girato negli Stati Uniti nel 1950, questo film pacifista punta il dito – come nessun altro film di fantascienza girato in quegli anni in Occidente – in faccia all’ecatombe di Hiroshima e Nagasaki, e alla ferocia e gli effetti tragicamente duraturi della guerra atomica.

Effetti visivi e sonori davvero all’avanguardia per l’epoca. Da vedere per gli amanti del genere, e non solo.

Per la chicca: nel 1962 viene girato “I sette navigatori dello spazio” suo sequel ideale.