“Oldboy” di Park Chan-Wook

(Corea del Sud, 2003)

Questo è film davvero tosto, claustrofobico e crudo, ma allo stesso tempo affascinante e spettacolare.

L’impiegato Oh Dae-su, una sera, uscito dal lavoro e subito dopo aver telefonato alla moglie e alla piccola figlia che lo aspettano a casa, viene rapito.

Passerà quindici anni chiuso in una stanza senza finestre, con solo un televisore come passatempo.

Inutilmente implora i suoi aguzzini di spiegarli il motivo della sua prigionia, ma nessuno gli rivolgerà mai la parola, fino a quando, abbrutito e stravolto, riesce a liberarsi…

Preparatevi al peggio, in questo film non si scherza! Ma vi assicuro che sono 120 minuti ben spesi!

Premiato a Cannes 2004 con il Gran Premio della Giuria, rivedendolo è impossibile non cogliere i numerosi riferimenti (visivi e narrativi) al grande e immortale Sergio Leone, che in tutto il mondo è ancora giustamente idolatrato, ed esclusione – ovviamente… – del suo Paese natale, che lo ricorda troppo spesso solo come un comune artigiano cinematografico.

Nel 2013 Spike Lee gira il remake made in USA con protagonista Josh Brolin, sfizioso ma niente a che vedere con l’originale.