“Altruisti si diventa” di Rob Burnett

(USA, 2016)

Mi è già capitato di parlare di come la disabilità nel nostro Paese sia raccontata nei libri e al cinema troppo spesso con molta ipocrisia e falso perbenismo. Il disabile deve esprimere “tenerezza” (come chiedeva il casting per un film sul tema diretto da uno dei nostri registi più famosi) o paradossalmente il fascino del “diverso” (come hanno narrato libri famosi per un’estate e poi “scomparsi” assieme ai loro autori).

E mi è già capitato anche di dire come questo non accade nel mondo anglosassone e soprattutto negli Stati Uniti. Così come in questo piccolo ma bel film indipendente americano che racconta come il sogno più grande di Trevor sia: pisciare in piedi.

Ho scritto pisciare e non urinare volutamente, perché un ragazzo di diciotto anni, quindici dei quali passati su una sedia a rotelle per una grave forma di distrofia muscolare, non sogna di urinare in piedi: sogna di pisciare in piedi!

Il protagonista del film in realtà non è Trevor (interpretato da un bravissimo Craig Roberts) ma Ben (un altrettanto bravo Paul Rudd) un ex scrittore, che per pagare i conti segue un corso per diventare assistente domiciliare di disabili. Ottenuto il diploma, il suo primo cliente sarà il complicato Trevor, insieme al quale visiterà il buco più profondo del mondo e quello più buio che ognuno di loro due ha dentro se stesso.

Tratto dal romanzo “The Revised Fundamentals of Caregiving” di Jonathan Evison il film – scritto dallo stesso Rob Burnett – in originale si intitola ”The Fundamentals of Caring”, un gran bel titolo a differenza di quello che gli hanno affibbiato in italiano che, diciamoci la verità, non c’entra una nota mazza ferrata col senso del film.

Per la chicca: in un ruolo secondario, ma per la trama alquanto rilevante, appare la popstar Selena Gomez che si dimostra brava anche nel recitare.