“La vita segreta delle parole” di Isabel Coixet

(Spagna, 2005)

Diciamo la verità, il dramma che fino a pochi anni fa ha devastato e dilaniato i Balcani noi, che eravamo così vicini ma in realtà così lontani, non lo abbiamo vissuto, studiato e compreso davvero.

Sulle sue ragioni storiche ci sarebbe tanto da dire, ma su quello che poi ha comportato e significato sulle generazioni che lo hanno vissuto, invece, non se ne parla mai abbastanza.

E questa bella pellicola – premiata anche al Mostra del Cinema di Venezia – diretta dalla spagnola Isabel Coixet, e prodotta da Pedro Almodovar, ci riporta a quel dramma con un’eleganza e una delicatezza davvero rare.

Hanna (una bravissima Sarah Polley) è una giovane infermiera che accetta un lavoro temporaneo su una piattaforma petrolifera in mezzo al mare. Il suo compito è quello di assistere Josef (il premio Oscar Tim Robbins), un operaio che a causa di un incidente sul lavoro ha momentaneamente perso la vista.

Ovviamente il mezzo per distrarre e rendere più sopportabile la convalescenza a Josef è la parola, e così Sarah comincia a raccontare storie ed episodi della sua vita, fino ad arrivare a confidare al degente la tragedia che, suo malgrado, ha subito durante il conflitto nei Balcani.

Un film tanto commovente quanto lucido e sincero, con un grande cast fra cui spiccano la Polley e Robbins, ma anche, in parti minori, Julie Christie e il grande Javier Camara.