“Senza tetto né legge” di Agnès Varda

(Francia 1985)

La cineasta belga Angès Varda ci regala il ritratto di una giovane “fuori”, fra i più belli e struggenti della storia del cinema del Novecento.

Nel sud della Francia, poco dopo una gelida alba invernale, un bracciante trova il corpo senza vita di una ragazza, evidentemente morta di freddo e stenti. Le ricerche delle Polizia stabiliscono che la vittima si chiamava Simona, detta Mona, Bergeronf (Sandrine Bonnaire), e che da poco aveva superato i vent’anni.

E’ la stessa Varda che, fuori campo, ci racconta come ha ricostruito la storia della giovane, soprattutto intervistando tutto coloro che l’hanno incrociata negli ultimi mesi della sua breve e solitaria esistenza.

Dopo aver frequentato gli studi per segretaria d’azienda, Mona ha deciso di abbandonare tutto e tutti e di vivere in tenda girando grazie all’autostop, sopravvivendo grazie a piccoli lavori occasionali o furti.

Ma la nostra società, che solo pochi anni prima sognava “la fantasia al potere” e un mondo senza confini, è nel pieno dei luminosi ed edonistici anni Ottanta, e così per Mona lo spazio di sopravvivenza è sempre più ridotto fino a diventare solo un fosso gelato ai bordi di un campo.

Un film bellissimo, senza speranza e al tempo stesso delicato e commovente, che ricorda le opere del maestro Vittorio De Sica.

Leone d’Oro a Venezia e incetta, meritata, di premi in tutto il mondo.

“L’insolito caso di Mr. Hire” di Patrice Leconte

(Francia, 1989)

Questo noir molto particolare è tratto dal romanzo del maestro Georges Simenon “Il fidanzamento di Mr. Hire” edito per la prima volta nel 1933, e al tempo stesso è anche il remake del film “Panico” di Julien Duvivier uscito nel 1943. Sceneggiato dallo stesso Patrice Leconte assieme Patrick Dewolf, questo adattamento, seguendo proprio lo spirito e il genio del grande scrittore belga, indaga non tanto sull’intreccio delle vicende, ma nell’animo delle persone che le provocano e le vivono. Ed è lì, nel profondo dell’animo umano – quello che in maniera sublime cerca e trova sempre Maigret nelle sue inchieste – che si comprendono la natura e i relativi comportamenti dei protagonisti

Mr. Hire (un bravissimo Michel Blanc) è un uomo molto riservato e solo. E’ un sarto che non ama frequentare nessuno e per questo non è ben visto dai suoi vicini di casa. Il suo hobby è il bowling, unico motivo – a parte saltuari visite in una casa di appuntamenti – per cui esce di casa. Casa dove passa tutto il tempo in cui non lavora, e casa dalla quale spia la sua bella e giovane nuova vicina Alice (un’affascinante e tenebrosa Sandrine Bonnaire).

Proprio nei pressi del condominio dove abitano i due viene ritrovato il corpo senza vita di una ragazza che è stata uccisa dal suo aggressore. La Polizia deduce che il criminale intendeva solo rapinarla ma poi, preso dal panico, l’ha ammazzata. I sospetti cadono quasi automaticamente su Hire e il commissario di Polizia (André Wilms) tampina l’uomo convinto della sua colpevolezza. Intanto, resasi conto casualmente di essere spiata da Hire, Alice lo avvicina. La ragazza confessa all’uomo che trova le sue attenzioni molto stimolanti…

Ma che cos’è davvero l’amore? O meglio, fino a dove può portare l’amore, anche quello più oscuro e insano? Leconte ce lo prova a spiegare con questa bella e intensa pellicola, con un cast davvero superbo e una colonna sonora struggente.

E poi, lasciatemelo dire: Simenon è sempre Simenon…