Addio al grande Nelson Mandela

Del grande Nelson Mandela Madiba (a cui il New Yorker ha dedicato una splendida copertina) tutti i media del mondo ricordano ogni attimo della sua lunga ed esemplare esistenza che si è conclusa ieri sera.

Io voglio solo ricordare quello che Mandela è stato per la mia generazione, che negli anni Ottanta era adolescente e lo considerava il simbolo della lotta all’ingiustizia, che partecipò a manifestazioni e sit-in davanti all’ambasciata del Sud Africa, e seguì in diretta tv la sua scarcerazione.

Per un giocatore di rugby poi, quello che fece nel 1995 – raccontato a John Carlin ne “Ama il tuo nemico” prima e immortalato da Clint Eastwood in “Invictus” poi – rimane sempre qualcosa di indimenticabile.

Buon viaggio grande Madiba.

“Ama il tuo nemico” di John Carlin

 (2009, Sperling & Kupfer)

Per un amante del rugby come me che ha visto in diretta, appiccicato al televisore, la finale del Campionato del Mondo del 1995 – tifando Nuova Zelanda e soprattutto quel gigante veloce come un fulmine di Jonah Lomu – è molto facile amare questo libro.

Ma anche per chi non conosce la palla ovale è un’ottima occasione per comprende al meglio il difficilissimo compito che ha dovuto affrontare il grande Nelson Mandela.

Carlin ricostruisce la storia del Sud Africa nel suo momento più difficile, quando il primo Presidente di colore della storia, grazie anche a una partita, è riuscito a scongiurare una sanguinosa guerra civile e a unire – il più possibile – una Nazione.

Leggendo “Ama il tuo nemico” si comprende a pieno il significato più profondo del gesto che Mandela fece il giorno della finale: indossare la maglia degli Springboks, fino ad allora fra i simboli più arroganti e feroci dell’Apartheid.

Indimenticabile.

Da questo libro il bel film “Invictus” di Clint Eastwood.