“5 giorni fuori” di Ryan Fleck e Anna Boden

(USA, 2010)

Tratto dal romanzo “It’s Kind of a Funny Story“di Ned Vizzini questo film, scritto e diretto da Ryan Flack e Anna Boden, ci parla di uno dei temi più complicati della nostra società: la grave depressione adolescenziale che può portare al suicidio.

Un tema davvero tosto, ma grazie al romanzo di Vizzini e alla sceneggiatura di Flack e Boden, “5 giorni fuori” ci racconta il ricovero in un reparto psichiatrico del sedicenne Craig (un bravo Keir Gilchrist) colto da terribili istinti suicidi. Prima di saltare da un ponte nel gelido fiume, fortunatamente Craig ha la presenza di spirito di correre al pronto soccorso dove, appunto, viene ricoverato d’urgenza.

Nella settimana che passerà in un ambiente all’inizio molto drammatico, Craig si confronterà con persone tanto diverse da lui, ma con lo stesso istinto di autodistruzione. Il paziente con cui il giovane ragazzo legherà di più è Bobby (Zach Galifianakis) un trentacinquenne con un matrimonio fallito, una figlia piccola e mezza dozzina di tentati sucidi alle spalle. C’è poi Noelle (Emma Roberts) un’adolescente come Craig, che porta sul viso e sulle braccia i tagli che si è autoinflitta per punirsi.

Ma non si scade mai nel banale o nel patetico, la depressione è una vera e propria malattia che se sottovalutata, come le più micidiali, uccide. E così Boden e Fleck ce ne parlano senza falsi sentimentalismi o patetici accenti. Così come si dovrebbero affrontare tutte le malattie, soprattutto quelle che colpiscono i più giovani.

Da vedere.