“Brazil” di Terry Gilliam

(UK, 1985)

L’aggettivo visionario, per Terry Gilliam, è forse troppo riduttivo. Gilliam – oltre ad essere uno storico Monty Phyton – è un vero e proprio rivoluzionario dell’immagine. E questo suo film del 1985 – insieme a “L’esercito delle 12 scimmie” – è per me il più visionario e rivoluzionario di tutte le sue opere. Realizzato poi in anni in cui gli effetti speciali erano “fatti a mano” e con pupazzi o modellini.

Sam Lowry (un bravissimo Jonathan Price) è un grigio e goffo impiegato in un futuro non troppo lontano dove il mondo è dominato dalla burocrazia asservita al potere. La sua vita scorre tranquilla fino a quando non incontra la donna che sogna tutte le notti. La ragazza in realtà si chiama Jill (Kim Greist) fa la camionista, ed è segretamente sotto inchiesta…

Strepitosa satira surreale degli edonistici anni Ottanta, con cupe ambientazioni kafkiane e sequenze da vero e puro action, “Brazil” è un film cult che con gli anni diventa sempre più bello. Vanno ricordati i deliziosi camei di Robert De Niro, Ian Holm e Michael Palin, e la spettacolare citazione finale de “La corazzata Kotiomkin” del maestro Ejzenstein …di fantozziana memoria.

La sceneggiatura del film, scritta dallo stesso Gilliam assieme a Tom Stoppard (premio Oscar per lo script di “Shakespeare in Love” di John Madden) e Charles McKeown (che nel film interpreta Mr Lime), viene candidata giustamente all’Oscar.

“I banditi del tempo” di Terry Gilliam

(UK, 1981)

Scritto dallo stesso Terry Gilliam insieme all’altro Monty Phyton Micheal Palin – che compare in un paio di camei assieme a Shelley Duvall – “I banditi del tempo” è uno dei film più riusciti del regista più visionario degli ultimi tempi.

Kevin, un solitario undicenne che vive con i suoi genitori succubi della televisione e della tecnologia, si trova suo malgrado coinvolto nelle peripezie che Fidgit, Strutter, Og, Wally, Vermin e Randall, sei nani che hanno rubato la mappa dell’universo all’Essere Supremo e, approfittando di alcuni buchi temporali, cercano ogni occasione per arricchirsi.

E’ inutile aggiungere altro alla trama che diventerà sempre più complicata a favore della parte visiva e onirica, che Gilliam ama più di tutto. Bisogna lasciarsi trasportare nel film e godersi fino all’ultimo fotogramma.

Prodotto da George Harrison, che collabora anche alla colonna sonora, “I banditi del tempo” vede un cast stellare con, tra gli altri, Sean Connery, Ian Holm, John Cleese, Jim Broadbent e Ralph Richardson nel ruolo dell’Essere Supremo.

Imperdibile, soprattutto per i suoi effetti speciali fatti nel 1981 quasi tutti “a mano”.

“Un pesce di nome Wanda” di Charles Crichton

(UK/USA 1988)

Scritta da John Cleese, con la collaborazione di Charles Crichton, questa irresistibile commedia conserva ancora oggi tutta la sua carica ironica e satirica.

Sotto il segno dei Monty Python, di cui oltre a Cleese anche Michael Palin era – ed è nuovamente da pochi mesi – componente, brilla lo scontro deflagrante fa la società e la cultura britannica imbalsamata e quella arrogante e “cafona” americana impersonata da una prorompente Jamie Lee Curtis e un grandioso Kevin Kline, che per questa interpretazione vince l’Oscar.

Raccontare la storia o le innumerevoli gag e battute non ha senso, bisogna rivederlo.

Ed infine, ecco la chicca: in originale la lingua che parla Kline per eccitare la Curtis non è lo spagnolo – come nella nostra versione – ma l’italiano …eddaje!