“Il patto dei lupi” di Christophe Gans

(Francia, 2001)

Tra il 1764 e il 1767 un grande animale antropofago – la storia ufficiale parla di un grosso lupo – terrorizzò le contrade del Gévaudan (oggi Lozère) uccidendo centinaia di persone, fra cui giovani donne e bambini. Ispirandosi a questi tragici fatti e, soprattutto, al clima prerivoluzionario che vedeva una nobiltà opulenta e corrotta, Stéphane Cabel e lo stesso Christophe Gans scrivono “Il patto dei lupi”, un fantasy horror davvero ben riuscito.

A poche ore dall’alba in cui verrà portato sul patibolo e giustiziato sull’onda della Rivoluzione appena scoppiata, l’anziano Marchese d’Apcher (Jacques Perrin) scrive il suo resoconto sulla storia della Bestia del Gévaudan, che flagellò le sue terre molti anni prima e del cui epilogo lui fu fra i pochi testimoni oculari.

Nel 1764 il Re Luigi XV, preoccupato per le numerosi morti fra i contadini del Gévaudan, invia il suo esperto di animali e piante selvatiche, il cavaliere Grégoire De Fronsac (Samuel Le Bihan) accompagnato dal suo fido assistente l’irochese Mani (Mark Dacascos).

Il clima a Gévaudan è cupo e inospitale per i due forestieri, uniche eccezioni sono il giovane Marchese d’Apcher, che lo ospita e lo sostiene in tutte le sue ricerche, e la giovane nobildonna Marianne de Morangias (Émilie Dequenne), il cui fratello Jean-Francois (Vincent Cassel) invece è fra i più ostili e arroganti nobili della regione. Preso dalla sconforto, una sera De Fronsac si rifugia in un bordello dove incontra la bellissima fiorentina Sylvia (Monica Bellucci) anche lei stranamente interessata alla Bestia.

Le numerose battute di caccia non danno l’esito sperato: il mostruoso animale riesce sempre a sfuggire anticipando puntualmente ogni trappola, come se fosse guidato da un essere umano…

Con un finale ovviamente a sorpresa, questo horror gotico ci tiene seduti sulla poltrona per quasi due ore senza pause, e ci ricorda che la bestia più feroce …è sempre l’essere umano.

Adatto per passare una serata da brivido, con la luna piena che troneggia su boschi oscuri. …Occhio!