“Le ricette della signora Toku” di Naomi Kawase

(Giappone/Francia/Germania, 2015)

Questo bellissimo e struggente film è tratto dal romanzo “Le ricette della signora Tokue” di Durian Sukegawa, pubblicato per la prima volta nel 2013.

Sentarô (Masatoshi Nagase) gestisce svogliatamente un piccolo chiosco di dorayaki – una sorta di pancake ripieni di marmellata ai fagioli rossi – nei pressi di un grande viale alberato al centro di una metropoli giapponese. La sua vita ruota intorno al chiosco, alla solitudine e all’alcol.

Una mattina di primavera, quando tutti i ciliegi del viale sono in fiore, un’anziana e strana attempata signora si avvicina al chiosco. Notando il cartello con cui Sentarô cerca un aiutante si offre dicendosi disponibile ad accettare anche la metà del salario offerto. Sentarô, vista l’età della donna, rifiuta categoricamente. Ma la signora Toku (Kirin Kiki) non si arrende, e qualche giorno dopo torna con un recipiente colmo della marmellata di fagioli rossi fatta da lei stessa. Appena l’anziana si allontana Sentarô getta il recipiente nella spazzatura ma poi, preso da uno strano senso di colpa, la riprende e l’assaggia rimanendone sublimato.

Così quando la signora Toku torna le offre il posto, non tanto come aiutante, ma come chef per preparare la marmellata. I clienti abituali, fra cui c’è l’adolescente Wakana (Kyara Uchida) si accorgono subito dell’incredibile bontà della nuova marmellata che rendono davvero speciali i dorayaki. Sentarô, infatti, prima dell’arrivo della Toku li farciva con dell’anonima marmellata industriale. In pochi giorni la notizia si sparge velocemente e davanti al chiosco si formano regolarmente lunghe file di clienti.

Wakana è sempre più affascinata e incuriosita dalla signora Toku che ha modi molti cortesi e al tempo stesso assai particolari. E soprattutto la giovane non riesce a fare a meno di osservare tutto il tempo le mani dell’anziana che hanno una grave e particolare malformazione.

La curiosità di Wakana la porterà a scoprire l’atroce e straziante “segreto” della signora Toku, che nonostante tutto sprizza gioia di vivere da tutti i pori. Ed è proprio l’immensa e incontenibile voglia di vivere che l’anziana insegnerà alla ragazza e, soprattutto, a Sentarô che ormai da anni getta via la sua vita.

Splendida pellicola intimista che ci racconta il dramma dei “diversi”, cui la vita spesso ha tolto molto, se non tutto, ma che non è riuscita a scalfire la capacità di apprezzare le cose belle, soprattutto le più piccole. E ci descrive come sono proprio gli stessi “diversi” e godere e riflettere la luce splendente della nostra esistenza, luce che troppo spesso i “normali” non vedono più.

Doloroso ma bellissimo. Da vedere.