(Corea del Sud/Giappone, 2004)
William Shakespeare sostiene che: “siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni” (o almeno qualcuno di noi lo è), e la stessa cosa ce la racconta uno dei registi coreani contemporanei più geniali: Kim Ki-duk.
Tae-suk è un giovane solitario, patito di golf, che ama intrufolarsi nelle case vuote mentre i proprietari sono lontano, e passarci qualche giorno. Tae-suk non ruba nulla, anzi, ama addirittura aggiustare i piccoli elettrodomestici che trova difettosi nelle case, e lavare i panni dei suoi ospiti.
In una di queste visite, il ragazzo incappa in Sun-hwa, giovane donna costantemente maltrattata dal ricco marito. Fra i due nasce una profonda e silenziosa complicità che porterà la ragazza ad abbandonare la casa del marito per seguire il giovane sconosciuto. Passeranno giorni intimi e sereni fino a quando in una casa troveranno il cadavere di un uomo…
Cosa sono i sogni? …E davvero si infrangono all’alba?
Splendida e originalissima pellicola che ci illumina l’anima. Pochi dialoghi e grandi capacità visive.
Da vedere.