“L’uomo che uccise Liberty Valance” di John Ford

(USA, 1962)

Non sono un amante del genere Western – ne tanto meno di John Wayne, al secolo Marion Robert Morrison… – fatta eccezione dei film di Sergio Leone, di alcuni altri spaghetti western, de “Gli Spietati” di Clint Eastwood, dell’ultimo “Django Unchained” di Quentin Tarantino, e soprattutto di questa splendida pellicola diretta dal grande John Ford.

Il Senatore degli Stati Uniti Ransom Stoddard (un superbo James Stewart), uno degli uomini più influenti di Washington, torna nella piccola cittadina di Shinbone per partecipare al funerale di Tom Doniphon (John Wayne).

E’ l’occasione per ricostruire l’inizio della sua carriera politica partita proprio nella piccola cittadina molti anni prima.

Allora il giovane avvocato Stoddard aveva tutta l’intenzione di riportare l’ordine e la legalità a Shinbone, preda degli interessi di alcuni dei più importanti allevatori di bestiame dello Stato.

Al soldo di questi c’era lo spietato Liberty Valance (un cattivissimo Lee Marvin) che, non avendo la minima intenzione di cedere, sfidò a duello l’avvocato. Stoddard era molto abile con i codici ma non con le armi e così l’esito della scontro sembrava tristemente scontato. Ma, contro ogni probabilità, fu Valance a morire, anche se la dinamica della sparatoria lasciò molti dubbi, compreso il ruolo in questa del pistolero Doniphon, che aveva preso sotto la sua ala protettrice Stoddard…

Epica e crepuscolare ricostruzione della nascita del Grande Paese, che ancora oggi continua a fare i conti con le sue anime così diverse e contrastanti.