“Le catene della colpa” di Jacques Tourneur

(USA, 1947)

Ci sono noir e noir, ma quelli fatti a Hollywood alla fine degli anni Quaranta – come questo – fanno spesso scuola. Lasciamo perdere il titolo in italiano che ricorda più i drammoni con Amedeo Nazzari e Yvonne Sanson, e prendiamo quello originale che è “Out of the Past”, molto più efficace e indicativo.

Jeff Bailey (Robert Mitchum) gestisce un anonimo distributore di benzina a Bridgeport, una piccola località di provincia nel nord degli Stati Uniti. Mentre è a pescare sul fiume assieme ad Ann, una ragazza del luogo, il suo garzone lo avvisa che un losco individuo lo è venuto a cercare. Si tratta di Joe, uno degli uomini di Sterling (Kirk Douglas), fra i più scaltri e spietati allibratori della regione, che lo “invita” a un incontro col suo capo.

Sulla strada per la villa di Sterling, Jeff confessa ad Ann il suo burrascoso passato. Qualche anno prima, a New York, si guadagnava da vivere come detective privato e venne ingaggiato dallo stesso Sterling per ritrovare la sua ex Kathy (Jane Greer) che, dopo avergli sparato, gli rubò quarantamila dollari. Jeff accettò l’incarico e dopo qualche settimana rintracciò la ragazza ad Acapulco, ma invece di avvisare Sterling, se ne innamorò e fuggì con lei. Quando il suo ex datore di lavoro li rintracciò, la ragazza gli sparò nuovamente a sangue freddo per poi fuggire.

Ann accetta serenamente il passato di Jeff e lo saluta sulla porta della villa di Sterling. L’allibratore sembra sereno e cordiale, ma quando lo invita al tavolo per la colazione, Jeff ci trova seduta Kathy…

Bellissima pellicola incentrata su uno dei temi cardine dell’animo umano: il rapporto con il passato e il suo inesorabile ritorno. Con una Dark Lady da antologia – come tutto il resto – il film di Tourneur è una delle pietre miliari del noir americano, e non solo. Da ricordare il volto da duro buono di Mitchum e quello perfido e tagliente del grande Kirk Douglas.

La sceneggiatura, tratta dal romanzo di Daniel Mainwaring, è scritta dallo stesso Mainwaring assieme Frank Fenton e al maestro del noir James M. Cain, anche se questi ultimi non appaiono nei titoli. Ma la mano di Cain si vede tutta!

La scena finale, che riprende splendidamente una delle battute iniziali del film, è memorabile.

Nel 1984 Taylor Hackford gira il remake “Due vite in gioco” con Jeff Bridges come protagonista, la cui colonna sonora è firmata da Phil Collins che incide il singolo prendendo il titolo originale del film “Againts All Odds”.