“Le vacanze di monsieur Hulot” di Jacques Tati

(Francia, 1953)

Sono profondamente legato a questo film perché mi ricorda tanto la mia infanzia.

Così come i capolavori di Charlie Chaplin o le “comiche” di Stanlio e Ollio, anche quest’opera splendida del mimo, attore e regista Jacques Tati mi passava spesso davanti agli occhi quand’ero piccolo.

Purtroppo oggi Tati è praticamente dimenticato, ma riguardando questa pellicola si capisce quanto all’artista francese debbano i comici delle generazioni successive, fino ad arrivare a Rowan Atkinson col suo Mr Bean e passando per Paolo Villaggio e il suo Fantozzi, anche se Tati possiede una poesia e una delicatezza ancora più rare.

In una piccola località balneare sull’Atlantico francese si consumano le ferie estive del goffo e solitario Monsier Hulot che, col suo modo stravagante ma sincero di approcciarsi alla vita, crea scompiglio e confusione.

Una fotografia in bianco e nero di un mondo che forse già allora, nel 1953, non c’era più, ma che rimane per sempre nella storia del cinema con una colonna sonora indimenticabile.

Da vedere soprattutto una sera in cui si è particolarmente tristi o malinconici.

Nel 2013 Laurent Witz e Alexandre Espigares realizzano il corto animato “Mr Hublot“, che fra i numerosi premi vince anche l’Oscar, ispirato proprio al Monsieur Hulot di questa pellicola.

“Mr Hublot” di Laurent Witz e Alexandre Espigares

(Lussemburgo/Francia, 2013)

Il 2014 è stato l’anno in cui la Pixar, dopo tanti anni, non aveva nessuna delle sue opere candidate all’Oscar come miglior film d’animazione, ma la categoria è stata ugualmente illuminata da un piccolo – in senso solo di durata – capolavoro francese, che ha giustamente vinto la statuetta.

Scritto da Laurent Witz, “Mr Hublot” ci porta per poco più di dieci minuti in un mondo fantastico, fatto di macchine ma soprattutto di tenerezza e amore.

Non è un caso quindi che la Francia sia il terzo paese al mondo produttore di film d’animazione, dopo Stati Uniti e Giappone.

E non è un caso pure che anche questo gioiello citi, come le opere di Sylvain Chomet (“Appuntamento a Belleville” e “L’illusionista” su tutte) l’arte del grande Jacques Tati, che acquistò notorietà internazionale con il suo delizioso “Le vacanze di Monsieur Hulot” del 1953, il cui personaggio principale condivide – certamente non in maniera casuale – un cognome molto simile a quello dello stesso protagonista di questo corto.