“Il vagabondo delle stelle” di Jack London

(Adelphi, 2012)

Il condannato a morte Darrell Standing, poche ore prima di essere giustiziato nel carcere di San Quintino, in California, decide di scrivere le sue turbolenti e incredibili memorie per poi trafugarle fuori dalla sbarre.

Oltre alla sua storia, Standing racconta soprattutto di come sia riuscito a sopravvivere alla tortura dell’isolamento nel quale veniva legato e imbragato in una camicia di forza anche per alcuni interi giorni.

Grazie a un compagno di prigionia, Standing impara l’autoipnosi che lo conduce a una catalessi simile in tutto e per tutto a una morte apparente. Questo, se gli permettere di conservare intatti gli organi vitali, gli apre la porta al lato più profondo della sua mente che ha conservati intatti i ricordi di vite precedenti. Da un Legionario Romano che assiste alla crocifissione, a un avventuriero che arriva sulla coste di una oscura e medievale Corea…

Geniale e crudo romanzo del maestro Jack London, che nel 1915 – anno in cui venne pubblicato per la prima volta – denuncia la drammatica situazione dei carceri made in USA, e soprattutto ci regala uno dei più bei e visionari libri del Novecento.

Da leggere a tutti i costi.