“Harry Potter e il prigioniero di Azkaban” di J.K. Rowling

(2000, Salani)

Dichiaro subito che sono un fan sfegatato di tutta la serie dei libri della Rowling, e scelgo questo soprattutto come simbolo di tutto il mondo creato intorno al piccolo mago.

Ma, visto che citare tutti e 7 i libri mi sembrava un po’ troppo ovvio e banale, ho optato per l’arrivo del famigerato Sirius Black, per i terrificanti Dissennatori, e per la rivelazione su chi ha davvero tradito e su chi invece non è stato creduto.

Non esito a paragonare questo libro a “Star Wars – L’impero colpisce ancora” della sagona di Guerre Stellari che, oltre ad essere il mio preferito, è quello che ha posto le basi per rendere immortale la famiglia Skywalker e affini.

Tornando alla Rowling: non mi stanco mai di perdermi nel mondo di Hogwarts con tutte le sue magie e i suoi segreti che alla fine, anche a distanza di capitoli e libri, tornano perfettamente ognuno al proprio posto.

PS: visto che siamo in vena di paragoni lo dichiaro ufficialmente: della versione cinematografica ho apprezzato tutto –  era complicatissimo portare sul grande schermo tutta la fantasia e la magia dei libri – tranne Daniel Radcliffe che, tanto tanto nel primo, ma dal secondo in poi è totalmente sbagliato e moscio.

Un po’ come Mark Hamill nel ruolo di Luke Skywalker. L’ho detto!