“La morte viene da Scotland Yard” di Don Siegel

(USA, 1946)

Questo è il primo lungometraggio diretto dal grande Don Siegel.

La Seconda Guerra Mondiale è appena finita e, per cercare di tornare alla normalità il più presto possibile, si adatta per il grande schermo il romanzo giallo “Il grande mistero di Bow”, scritto dall’inglese Israel Zangwill nel 1890.

Ma tutta la pellicola, anche se parla di eventi consumatisi nel secolo precedente, è impregnata di un grave e opprimente senso di colpa. Chi è giustiziato, ma anche chi giustizia, non è senza peccato e così, proprio come alla fine di una guerra devastante e sanguinaria come fu quella del 1939-1945, anche alla fine de “La morte viene da Scotland Yard” nessuno trionfa davvero.

Londra, 1890. Il Sovrintendente di Scotland Yard George Edward Grodman (Sidney Greenstreet, fra i volti più rappresentativi del grande noir americano) ha condotto una difficile inchiesta per trovare l’assassino della ricca signora Constant, uccisa barbaramente nella sua casa. I pochi indizi hanno portato a un manovale indigente, che non è riuscito a fornire un vero alibi. Poche ore dopo l’esecuzione dell’uomo nel carcere di New Gate, a Scotland Yard arrivano le prove indiscutibili della sua innocenza. Grodman viene sollevato dal suo incarico e al suo posto viene nominato John R. Buckley (Georges Coulouris), da sempre suo antagonista.

Grodman si ritira a vita privata. Proprio davanti alla sua abitazione però vive Arthur Kendall, nipote della Costant e suo unico erede. La notte in cui anche questo verrà trovato pugnalato nella sua stanza chiusa dall’interno, per Buckley inizieranno i veri problemi…

Bellissimo esempio di noir in costume e d’atmosfera. Se il romanzo di Zangwill fu fra quelli che di fatto crearono – dopo gli scritti del grande Edgar Allan Poe – il genere cosiddetto del mistero della camera chiusa, ovvero di un enigma poliziesco apparentemente irrisolvibile, il film del maestro Siegel invece punta più sui caratteri e sui sentimenti, ovviamente anche quelli più bassi e miseri, dei suoi protagonisti.

Da vedere.