“Favole al telefono” di Gianni Rodari

(1962, Einaudi)

Il ragionier Bianchi di Varese, per il suo lavoro, è costretto a fare il pendolare tutta la settimana. Ma la sua figlioletta non riesce a prendere sonno e così il ragioniere ogni sera, alle nove in punto, le racconta una favola al telefono.

La fantasia e l’amore di Bianchi sono così belli che perfino le centraliniste si mettono in pausa per ascoltarli.

E’ uno dei libri che ha segnato la mia infanzia, come quella di milioni di altri piccoli ascoltatori/lettori; e che deve stare in ogni casa dove ci sono bambini e grandi che si ricordano quando sono stati bambini.

Uno dei più alti esempi della letteratura italiana del Novecento.

La mia preferita è “La strada che non andava in nessun posto”: ci ripenso ancora oggi ogni volta che devo prendere una decisione importante.

Da leggere.