“La Dea del ‘67” di Clara Law

(Australia, 2000)

Questa delicata e struggente pellicola – distribuita in Italia dalla Fandango –  diretta dalla cinese Clara Law e scritta dalla stessa regista assieme al connazionale Eddie Ling-Ching Fong, ci racconta la dolce e amara storia della non vedente B.G. (interpretata da una bravissima Rose Byrne) che incappa nel giovane J.M. (Rikiya Kurokawa), un giapponese fanatico della vecchia Citroen DS del 1967, che è arrivato in Australia per comprarne un esemplare visto in rete.

J.M. è un esperto – forse anche troppo – di informatica, affascinato dall’automobile francese vista nel film “Frank Costello faccia d’angelo”, ed è disposto a tutto per averla, e per questo porta con se B.G. come guida – si esatto, una non vedente come guida – nel cuore selvaggio dell’immenso continente.

Ma la trama in realtà non è forse così importante, qui sono sublimi i paesaggi e gli stati d’animo che arrivano dritti a cuore dallo schermo; così come la non vedente B.G. “vede” e osserva il mondo molto meglio del normo dotato J.M..

Un film davvero sorprendente nella suggestiva tradizione, ormai consolidata, del nuovo cinema orientale.