“Orion e il buio” di Sean Charmatz

(USA/Francia, 2024)

Tratto dal libro illustrato “Orion and the Dark” firmato da Emma Yarlett e pubblicato nel 2014, questo sfizioso film d’animazione ci parla dell’atavica paura del buoi che tutti gli essere umani, prima o poi, hanno almeno una volta provato nella loro esistenza.

E’ fondamentale sottolineare come la sceneggiatura è stata firmata da Charlie Kaufman, visionario e geniale scrittore di Hollywood, che ha al suo attivo script di film come “Se mi lasci ti cancello” di Michel Gondry o “Essere John Malkovich” di Spike Jonze o il romanzo “Formichità“.

Perché il viaggio nelle sue paure che compie il piccolo Orion – ed assieme a lui noi spettatori – è fantastico ma anche spiazzante e affatto lineare, proprio nella maniera che ama Kaufman. Perché una notte, stanco di essere biasimato e insultato il Buio, proprio lui, si ferma nella stanza di Orion che, terrorizzato, si appresta a passare l’ennesima notte insonne in preda alle sue innumerevoli paure, su cui svetta quella per l’oscurità.

E così il Buio gli propone di seguirlo per 24 ore e assistere a tutte le cose belle che compie nel suo infinito giro intorno al mondo, lasciandosi sempre la luce alle spalle. Ma Orion, che accetta quasi a forza, non è un bambino qualsiasi, e così i suoi dubbi e le sue angosce rischieranno di influenzare anche il Buio e i suoi antichi collaboratori…

Sfiziosa e divertente commedia d’animazione che ci parla del bene e del male, e di come sia importante conoscere ed accettare i propri limiti, e di come nella vita siano importanti le cose belle e quelle meno belle, che hanno il fondamentale compito di ricordarci quanto siano importanti le prime.

“Formichità” di Charlie Kaufman

(Einaudi, 2023)

B. Rosenberger Rosenberg è un affilato e saccente critico cinematografico di New York. Alla soglia dei sessant’anni, ha un invidiato rapporto amoroso con una delle giovani attrici afroamericane più affascinanti del momento, che molti gli invidiano.

Questo nonostante, per sua stessa ammissione, non abbia un aspetto così attraente visto che non ha più capelli sulla cima della testa ma, in compenso, una folta barba che gli copre una voglia color vino sulla faccia.

B.R.R. ha un matrimonio fallito alle spalle dal quale è nata la sua unica figlia, con la quale ha un pessimo rapporto. La cosa lui la imputa soprattutto alla giovane, che non fa altro che rimproveragli la sua grave latitanza come genitore, soprattutto nei momenti più delicati della sua infanzia e della sua adolescenza. Adesso poi che la donna vuole diventare una regista, le cose si stanno ancor di più complicando.

Ma B.R.R. ha il suo cinema e soprattutto il suo lavoro, e cioè la missione di spiegare con la pazienza e la tolleranza di un buon padre di famiglia ai comuni mortali il vero significato di un film. Per questo il suo sogno è quello di scovare nel posto più improbabile della Terra una pellicola sconosciuta ma geniale e catartica, tanto da rendere lui – come scopritore e primo vero e assoluto spettatore – immortale.

Per scrivere un pezzo che il giornale per quale lavora gli ha chiesto B.R.R. si reca in Florida e lì, casualmente, si trova come vicino di appartamento Ingo Cutbirth, un anziano afroamericano che ha girato un lunghissimo film in stop motion, al momento inedito, che vorrebbe fargli vedere. B.R.R. scostante, dopo numerose insistenze, alla fine accetta ma solo per pochi minuti. Quando però partono i primi fotogrammi il critico rimane folgorato: eccolo finalmente il film geniale e unico che da sempre stava cercando.

Accetta così di vederlo tutto, nonostante la versione integrale duri …tre mesi, alla fine dei quali Cutbirth muore. B.R.R. si sente così l’unico vero erede materiale e morale della pellicola e, dopo aver preso le numerose pizze del film, parte per tornare a New York dove urlerà ai quattro venti la sua memorabile scoperta. Ma sulla strada, durante una sosta, il furgone sul quale è conservato il film prende fuoco…

Charlie Kaufman (classe 1958) è lo sceneggiatore di pellicole come “Se mi lasci ti cancello” di Michel Gondry o “Essere John Malkovich” di Spike Jonze. La sua narrazione è apparentemente cervellotica e senza un inizio e una fine, ma andando avanti nel racconto – così come nei suoi film – le emozioni e le atmosfere iniziano lentamente a prendere senso.

Inoltre questo romanzo, il cui protagonista è un critico cinematografico – ossessionato dal politically correct – che vede i film almeno sette volte prima di giudicarli – compresa l’ultima alla rovescia – Kaufman fa un’efficace metafora del racconto cinematografico nella sua essenza e, soprattutto, nella sua profonda irrealtà.

Kaufman firma così un romanzo sfizioso e originale, che ha solo un difetto: essere davvero fin troppo autoreferenziale.

“Se mi lasci ti cancello” di Michel Gondry

(USA, 2004)

Meritatissimo Oscar 2005 come migliore sceneggiatura a Pierre Bismuth, Charlie Kaufman e al grande Michel Gondry, che ne è anche il regista.

“Eternal Sunshine of the Spotless Mind” è uno vero capolavoro da vedere e rivedere, con un cast di alta classe: Jim Carrey (che come per “Truman Show” è stato vergognosamente snobbato agli Oscar), una bravissima Kate Winslet, Tom Wilkinson, Elijah Wood, Mark Ruffalo e Kirsten Dunst.

Che cos’è l’amore? Ma soprattutto: cosa fare quando si soffre per amore?

E siamo così sicuri di essere disposti a tutto pur di non soffrire più?

Ogni parola è superflua, bisogna (ri)vederlo!

E comunque non sono riuscito a resistere, non ce la faccio a stare zitto, lasciatemi dire solo un’ultima cosa: MA CHI E’ QUEL GENIO CHE HA TRADOTTO IL TITOLO IN ITALIANO?!

Manco usando il traduttore di Google si poteva fare uno scempio simile! Tanto valeva intitolarlo “Se mi lasci …TE SCANCELLO!!!”