“L’assedio” di Bernardo Bertolucci

 (Italia/UK, 1998)

Girato nel vero appartamento in cui Gabriele D’Annunzio scrisse “Il piacere”, con l’ingresso in via del Bottino e le finestre sulla scalinata di Trinità dei Monti, “L’assedio” di Bernardo Bertolucci ci racconta del rapporto tra Shandurai (una brava Thandie Newton, che poi parteciperà al bellissimo “Crash – Contatto fisico” di Paul Haggis) e Mr Kinski (David Thewlis, che diventerà famoso impersonando Remus Lupin nella saga di Harry Potter) il padrone della casa in cui lei lavora come domestica, che nella vita ama soprattutto suonare il suo grande pianoforte a coda.

Fra i due le cose sono molto formali fino a quando Kinski non le rivela di essere profondamente innamorato di lei, arrivando a chiedere di sposarlo. Shandurai ha una reazione dura: lei ha già un marito, che però è detenuto nel suo Paese africano d’origine per motivi politici, e se davvero la ama lo faccia liberare.

E Kinski, educatamente, si tira indietro. Ma l’amore prende strade e pieghe inaspettate…

Tratto dal racconto di James Lasdun, “L’assedio” ci illumina la fantasia con delle immagini che solo Bernardo Bertolucci – e davvero pochi altri al mondo – riescono a regalarci, come per esempio la sequenza iniziale da studiare nelle scuole di cinema.

I dialoghi sono al minimo, questa volta non servono, sono le immagini che ci raccontano esattamente le emozioni e i sentimenti. Un capolavoro visivo di un maestro del cinema.

Per la chicca: compagno di studi di Shandurai è un giovane ma già bravo Claudio Santamaria.