“Tolo Tolo” di Checco Zalone

(Italia, 2020)

Checco Zalone, al secolo Luca Medici, dopo quattro film (diretti da Gennaro Nunziante) come protagonista e autore della sceneggiatura passa anche dietro la macchina da presa, e ci racconta una delle tragedie del nostro tempo: l’immigrazione clandenstina dal continente africano verso l’Europa.

Ma soprattutto Zalone – che ha scritto la sceneggiatura insieme a Paolo Virzì – ci narra le miserie di noi europei, e in particolare di noi italiani, che non sopportiamo più le continue “invasioni” dal mare.

Senza pietà per nessuno Luca Medici descrive come il nostro popolo, che certo economicamente non se la passa poi così bene – e anche se è abbastanza semplice individuare i responsabili, questo non è l’ambito giusto per citarli… – così preoccupato di sbarcare il lunario diventa facile preda di rigurciti fascitoidi e razzisti che lo portano ad individuare nell’uomo “nero” (tradizionalmente poi sessualmente più dotato…) il responsabile di tutto.

Così – per la felicità di pochi scaltri – non si accorge che a succhiargli il sangue è lo stesso uomo “bianco” che sfrutta anche i poveri immigrati che cercano solo una vita il più possibile dignitosa.

Con varie esileranti battute e gag alla Zalone – alcune davvero taglienti e senza sconti – “Tolo Tolo” ci gira a forza la faccia verso una tragedia devastante che si continua a consumare alle nostre porte, e che avrà conseguenze per molti decenni, ma che molti vogliono colpevolmente considerare su un’altra galassia.

E allora, dopo la sequenza finale con tanto di cartoni animati, non possiamo che parafrasare Dalla e De Gregori (quest’ultimo presente nella colonorra sonora del film con la sua “Viva l’Italia”) sussurrando: “…E piangendo ci viene da ridere…“.

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