“L’immorale” di Pietro Germi

(ITA/FRA, 1967)

Immeritatamente fra i meno noti del grande Pietro Germi, “L’immorale” è invece uno dei suoi film più riusciti e soprattutto più contemporanei.

Il violinista Sergio Masini (uno stratosferico Ugo Tognazzi, che per questa interpretazione ha vinto il David di Donatello) è un uomo che ama le donne e i bambini. Per questo di famiglie ne ha due.

La prima è quella creata insieme alla moglie Giulia, la seconda quella nata dal suo rapporto extraconiugale con Adele. Con la prima di figli ne ha tre, con la seconda due.

La gestione di un tale menage è complicata, ma con l’ausilio di decine di gettoni telefonici al giorno (per cellulare, in quegli anni, si intendeva solamente il veicolo della Polizia) e la pazienza delle due donne – soprattutto quella di Adele che è serenamente a conoscenza della famiglia ufficiale del suo uomo – l’impresa riesce.

I problemi arrivano quando Sergio incontra la ventenne Marisa (una giovane Stefania Sandrelli col botto!) che si innamora di lui e che lo vorrebbe tutto per sé, ma Sergio non intende rinunciare alle sue famiglie e così la storia sembra naufragare.

Quando però scopre che Marisa è rimasta incinta ed è tornata dai suoi genitori per abortire, Sergio subito la raggiunge e se la riporta a Roma, come suo terzo nucleo familiare a tutti gli effetti, ma il destino è sempre in agguato…

Il personaggio di Sergio è uno dei più belli e controversi del cinema di Germi, così puro e sincero – nonostante la sua vita iperstrutturata su bugie e finti alibi – che arriva a scandalizzarsi quando il prete a cui racconta la sua storia gli parla di “divorzio” (allora da noi ancora legalmente lontano).

E lo fa non per egoismo o becero maschilismo, ma perché lui le sue donne le ama davvero, così come i suoi figli e per nulla al mondo vorrebbe rinunciarci, e si ammazza di lavoro (accettando tournée massacranti e perfino serate nei night club) per garantire a tutti il massimo benessere.

Anche se nel nostro Paese il divorzio e il diritto all’aborto – che qualche troglodita ha ancora l’ignoranza di discutere – sono stati introdotti da svariati decenni, il film di Germi resta incredibilmente attuale.

Per la chicca: alcune voci di corridoio dell’epoca, non verificate, affermarono che il personaggio del protagonista fu ispirato alla vita privata del grande maestro Vittorio De Sica.

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