“Myra Breckinridge” di Gore Vidal

(Fazi, 2007)

La nostra editoria è piena di presunti scrittori tormentati che, per grazia celeste, dividono le loro vite complicate – soprattutto dal punto di vista sessuale – con noi, elevando i nostri spiriti ma soprattutto scandalizzandoci.

Così almeno crede chi decide di pubblicarli e portali in libreria. Ma quasi tutti – e metto quasi per educazione… – provocano solo tanta noia e non certo scandalo, visto che poi sono troppo spesso semplicemente incolori autocelebrazioni (o celebrazioni dei propri sogni più repressi, quasi sempre frutto di un’adolescenza solitaria e pedicellosa).

Tutti questi superflui volumi sbiadiscono e trovano il loro vero destino, che è nella carta riciclata, – anche se generalmente io i libri li conservo con cura, ma a volte possono pure servire per pubblicare altre cose più utili e piacevoli… – mettendoli anche solo a pochi metri di distanza dai grandi romanzi che hanno davvero cambiato la storia e la cultura planetaria, come questo “Myra Breckinridge” del maestro Gore Vidal, pubblicato nel 1968 e vietato negli Stati Uniti fino a metà degli anni Settanta.

Col suo stile sublime, Vidal ci porta nel diario intimo di Myra, vedova di Myron e decisa a prendersi metà del patrimonio di Buck, ex attore western mediocre e zio del marito, nonché titolare di un piccola ma redditizia Accademia per aspiranti attori a Hollywood.

Ma (occhio che anticipo la trama, ma stavolta non si può farne a meno e poi la trovereste sulla quarta di copertina ben in evidenza) Myra in realtà è Myron che, grazie a un chirurgo danese ha cambiato sesso, e attraverso le sue esperienze è conscia di poter manipolare gli uomini e le donne…

Per la sua dichiarata omosessualità Vidal fu cesurato fino dagli anni Cinquanta e la cosa che più infervorava i suoi beceri persecutori era la sua sconfinata cultura e ironia, nonché la massima serenità che aveva con la propria sessualità. Vidal non si piegò mai, anzi, con questo libro picchia duro proprio contro i fondamenti più beceri del maschilismo ottuso.

A quasi mezzo secolo dalla sua prima pubblicazione “Myra Breckinridge” scandalizza davvero come pochi. E allora è opportuno chiedersi: perché un libro del genere in Italia è da anni fuori catalogo e reperibile difficilmente solo nel reparto usato (di ebook non ne parliamo proprio, lì si che sarebbe davvero uno scandalo…)?

Non sarà perché altrimenti diventa chiaro che il resto – o quasi – è davvero tutta carta da riciclare? …Ma no, queste cose da noi non si pensano…

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