“Hoppity va in città” di Dave Fleischer

(USA, 1941)

Ma davvero Walt Disney non ha mai dovuto subire la concorrenza di altri artisti geniali del cartone animato? Ovviamente no. Max Fleischer fu un geniale autore di cartoni animati quanto Disney.

Classe 1883, Fleischer nasce a Cracovia, in Polonia, e una volta trasferitosi negli Stati Uniti si appassiona all’animazione. Inventa il rotoscopio grazie al quale fonda col fratello Dave i Fleischer Studios. Fra i numerosi successi animati creati dai due va ricordata su tutti Betty Boop. Nel 1939, sulla scia del successo di “Biancaneve e i sette nani” dello stesso Disney, i Fleischer realizzano il loro primo lungometraggio “I viaggi di Gulliver” che riscuote un buon successo, proprio grazie al quale viene prodotto il secondo film: “Hoppity va in città”.

La pellicola ci racconta la storia di una piccola comunità di insetti che vive nel giardino di una casetta al centro di una grande metropoli in espansione. Il vecchio recinto che proteggeva il piccolo spazio verde si è rotto e così i passanti lo invadono sempre più di frequente, calpestando le case dei poveri insetti o gettandoci sopra mozziconi e rifiuti.

La situazione precipita quando Dolcezza, la bella figlia del signor Calabrone, proprietario del negozio di miele, e Hoppity il giovane grillo ottimista – che nel carattere e nel passo dinoccolato ricorda molto il James Stewart del tempo – si dichiarano, facendo esplodere la gelosia del perfido signor Scarafaggio…

Con disegni che sono delle vere e proprie opere d’arte, “Hoppity va in città” possiede ancora chiaramente spunti, soluzioni narrative e visive a cui si sono ispirati quasi tutti gli autori di cortometraggi successivi, fino ad arrivare a quelli contemporanei come “Z la formica” o “A Bug’s Life – Megaminimondo”. Il film di Flaischer è un vero e proprio capolavoro dell’animazione così come quelli firmati dal genio Walt Disney.

Che cosa è successo dopo? Perché i Fleischer sono scomparsi dal panorama cinematografico?

“Hoppity va in città”, che avrebbe dovuto ripagare i debiti che la sua casa di produzione aveva con i finanziatori uscì il 5 dicembre del 1941, 48 ore prima che i giapponesi attaccassero Pearl Harbor cambiando drasticamente la società americana e facendo naufragare il film al botteghino. I Fleischer furono costretti così a svendere la loro casa di produzione alla Paramount, lasciando definitivamente libero il campo al grande Walt Disney.

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