“Topkapi” di Eric Ambler

(Adelphi, 1962/2016)

Eric Ambler è stato uno dei maggiori autori di spy-story del Novecento, tanto da essere considerato un maestro anche dallo stesso Ian Fleming.

Classe 1909, Ambler nasce a Londra dove, finiti gli studi, inizia la sua carriera di autore di pubblicità. Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Ambler entra nell’Esercito britannico servendo le truppe cinematografiche e spesso scrivendo sceneggiature direttamente nei luoghi di guerra.

Con la fine del conflitto e lo scoppio della Guerra Fredda, Ambler passa definitivamente alla carriera cinematografica, ma continua a scrivere, e con i suoi romanzi eleva definitivamente lo spionaggio a genere nobile della narrartiva mondiale.

Nel 1962 pubblica “Topkapi – La luce del giorno” riscuotendo un nuovo successo planetario (dopo lo strepitoso “La maschera di Dimitros”, che arriverà a ispirare quasi sessant’anni dopo Christopher McQuarrie per la sceneggiatura de “I soliti sospetti“).

Arthur Abdel Simpson è un apolide, figlio di un’egiziana e di un inglese, che ha perso la cittadinanza britannica e quella egiziana a causa delle sue numerose truffe, molte delle quali non riuscite.

Vive ad Atene, dove sbarca il lunario facendo il ruffiano o rifilando patacche a turisti sprovveduti. Fino a quando non incontra Harper, uno strano europeo, che lo trascina in una losca e misteriosa “operazione” a Istanbul. Ma…

Strepitoso affresco dei vizi e dei lazzi dei popoli che si affacciano sul Mediterraneo che spesso sono costretti a campare dei desideri – immorali o illegali – dei popoli mitteleuropei. Ambler ci racconta la povertà e l’avidità umana con uno stile da narratore di gran classe.

Da leggere.

Per la chicca: nel 1964 Jules Dassin gira la versione cinematografica con un grandioso Peter Ustinov (che davvero sembra essere uscito dalla penna di Ambler), Melina Mercuri e Maximilian Schell. Un adattamento molto visionario e psichedelico, figlio dei “magnifici” anni Sessanta, che oggi risulta forse un pò datato (tranne che per Ustinov, ovviamente).

Un pensiero su ““Topkapi” di Eric Ambler

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