“Gingseng Roots. Libro secondo – Affondare nei ricordi” di Craig Thompson

(Rizzoli Lizard, 2021)

Dopo “Ginseng Roots. Libro Primo – Tornare a casa“, Craig Thompson ci riporta nel Wisconsin dei primi anni Ottanta dove, ancora bambino e per avere qualche soldo da spendere oltre che per aiutare le finanze della sua famiglia, l’estate lavora negli immensi campi di gingseng.

In questo libro, infatti, uno dei migliori autori contemporanei di romanzi grafici, ci racconta il rapporto della sua famiglia con la pianta simbolo dell’economia di quello stato, che a partire dagli anni Sessanta ha attirato lavoratrici e lavoratori da ogni parte del mondo, sia dentro i confini a stelle e strisce che fuori, soprattutto dall’Oriente.

La tradizione millenaria della coltivazione del gingseng non è naturalmente esclusiva della Cina, ci sono altre nazioni, come il Giappone e la Corea. Proprio dalla Corea proveniva la famiglia di un suo compagno di scuola che, nel corso degli anni, abbandonò gli studi per dedicarsi completamente alla coltivazione.

Attraverso i disegni di Thomson riviviamo la storia Ga Yi Vang, un giovane ufficiale delle forze armate dei guerriglieri Hmong, una delle popolazioni del Laos che sostenne le truppe degli Stati Uniti nella loro occupazione del Vietnam dal 1960 al 1975.

Quando le truppe USA iniziarono a ritirarsi dal Vietnam, la popolazione degli Hmong venne fatta oggetto di feroci ritorsioni da parte dei nord vietnamiti che riprendevano il possesso del loro territorio, vicenda che ricorda tragicamente quella consumatasi nell’estate del 2021 in Afghanistan. Così Ga Yi Vang fu costretto ad abbandonare il proprio paese per trovare rifugio negli USA.

Su suolo americano prese il nome di Abraham Vang e decise di fare quello che sapeva e conosceva grazie alle tradizioni – e alle ….radici – della sua famiglia: coltivare il gingseng. Ma l’impatto nel nuovo Paese non fu affatto semplice, tutta la famiglia Vang, come molti altri immigrati, subì un duro e palese ostracismo, spesso misto a becero razzismo, viste le sue origini asiatiche e così vicine al quel Vietnam.

Per il resto della sua esistenza Abraham Vang non riuscì mai comprendere un comportamento così ostile da parte di un popolo i cui soldati lui aveva sempre aiutato e difeso, come non comprese mai il perché a quasi nessuno interessasse la sua storia.

Un romanzo grafico bello e coinvolgente da un autore mai banale e scontato.

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