“Harvey” di Henry Koster

(USA, 1950)

Questo è uno fra i gioielli cinematografici più luminosi di tutti i tempi.

Forse l’inno più bello alla diversità che la Hollywood del New Deal roosveltiano produsse.

E il protagonista non poteva essere altro che James Stewart, attore simbolo di quell’indimenticabile periodo e che con il passare degli anni io, personalmente, non faccio altro che apprezzare.

Se Stewart fu “solo” candidato all’Oscar per questo film, a vincere la statuetta fu la bravissima Josephine Hull come migliore attrice non protagonista, lei che sei anni prima aveva interpretato un altro grande film “Arsenico e vecchi merletti”, nel ruolo di una delle due diaboliche sorelle.

Tratto dall’opera teatrale di Mary Chase, vincitrice del Premio Pulitzer nel 1945, “Harvey” ci pone due emblematiche domande: chi di noi non ha mai avuto un amico immaginario? E soprattutto: chi ha avuto il coraggio di raccontarlo agli altri?

Da rivedere a cadenza regolare e inserire nel programma scolastico statale…

Nella nostra versione possiamo ancora oggi apprezzare la grandissima bravura dell’indimenticabile Gino Cervi che dona in maniera vellutata e sublime la voce a James Stewart.

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