“La camera azzurra” di Georges Simenon

(Adelphi, 1963/2008)

Tony Falcone è figlio di un immigrato italiano stabilitosi in Francia per trovare una vita migliore. Cresciuto assieme al fratello minore e senza la madre morta poco dopo l’arrivo oltralpe, Tony ha imparato a lavorare sodo fin da bambino, soprattutto per superare tutti i pregiudizi che la sua “identità” di figlio di immigrati comportavano.

Anche quando si è trattato di metter su famiglia, Tony ha scelto Gisèle, una donna solida e pragmatica come lui, e come lui grande lavoratrice. Anche con la loro unica figlia, Marianne, Giséle è sempre stata una madre presente e amorevole, accettando inoltre con silenzio e rassegnazione i suoi discreti e saltuari flirt, anche perché la solidità della sua famiglia gli ha consentito di avviare una piccola attività di vendita e assistenza di macchine agricole, che lo porta a girare nella regione per buona parte della settimana.

Ma una sera, tornado a casa, sulla sua strada Tony incappa di Andrée Despierre, sua vecchia compagna di scuola, figlia di una aristocratica famiglia del posto decaduta, che ha sposato Nicolas Despierre, anche lui ex compagno di scuola, la cui madre oltre ha possedere la drogheria più importante della zona, è proprietaria di buona parte della regione. Se dall’infanzia Tony ha sempre considerato Andrée una figura altera, distaccata e soprattutto irraggiungibile – nella sua testa sempre paragonata a una statua – quella sera l’uomo realizza che invece la donna è stata sempre innamorata e attratta da lui. Inizia così una relazione estremamente fisica e clandestina, che dopo i primi incontri in luoghi occasionali, si consuma sempre in una stanza dell’albergo che il fratello di Tony gestisce in una delle località vicine, e che riserva loro sempre la stessa camera. Ed è proprio lì, nella camera azzurra, che inizia la scesa agli inferi di un uomo così solido e concreto, ma che fra quelle quattro mura per la prima volta in vita sua diventa passivo, remissivo e forse anche un pò vigliacco…

Scritto dal maestro Simenon nel 1963, questo “La camera azzurra” è forse uno dei suoi romanzi più carnali e viscerali. La caduta di Tony Falcone, che ha sempre basato la sua esistenza sulla lucidità del suo cervello e la forza delle sue braccia, avviene per colpa delle sue viscere, così vicine e legate ai suoi genitali, ma che inaspettatamente sono tanto lontane dalla sua mente. Non a caso il romanzo si apre con la descrizione del sesso di Andrée appena terminato un amplesso, con Tony che lo osserva fiero e soddisfatto.

Ancora un grande e doloroso viaggio nell’animo – …e nel ventre – di un uomo apparentemente tanto comune, firmato dell’inarrivabile maestro belga.  

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