“La scatola di bottoni di Gwendy” di Stephen King e Richard Chizmar

(Sperling & Kupfer, 2018)

Gwendy Peterson è una dodicenne solitaria, forse a causa del suo aspetto che lei stessa non considera così piacevole visto qualche chilo in più che l’affligge, cosa che porta alcuni suoi compagni di scuola a prenderla in giro chiamandola “Goodyear”.

Così, l’estate del 1974 approfittando delle vacanze estive, decide di perdere un po’ di peso facendo attività fisica salendo ogni mattina la “Scala del Suicidio” che, con i suoi oltre quattrocento scalini fissati su un dirupo, arriva in cima a un monte che domina la valle di Castle Rock, cima sulla quale è stato allestito un parco pubblico. Una mattina Gwendy, ancora vittima del fiatone dovuto agli infiniti scalini appena saliti, viene chiamata da uno strano signore in un curioso vestito nero con tanto di cappello che, seduto sulla panchina che è a pochi passi dall’entrata del parco, le sorride.

L’uomo si presenta come Richard Farris e le promette che non intende farle alcun male, anzi, ha per lei un regalo. Gwendy gli si avvicina titubante e l’uomo le porge un’elegante scatola in legno ornata di bottoni colorati. Consegnandogliela Farris le rivela che ogni bottone, una volta premuto, ha il potere di materializzare i suoi pensieri, soprattutto quelli più nefasti. Solo due sono collegati ad altrettanti piccoli sportelli che, ogni volta che lei li premerà le doneranno o un cioccolatino dalla graziosa forma di un animale o un antico dollaro d’argento dal valore che supera i settecento dollari. Naturalmente, le suggerisce Farris prima di sparire, meno persone sapranno della scatola e meno problemi ci saranno.     

Gwendy torna a casa col suo dono segreto dal quale inizia a prendere quasi quotidianamente un cioccolatino che le premette, incredibilmente, di moderarsi col cibo senza il minimo sacrifico. La vita così inizia improvvisamente a cambiare per il meglio a partire dai suoi genitori che erano sull’orlo del divorzio e invece si ritrovano innamorati più di prima. Ma anche a scuola le cose migliorano, i voti diventano stabilmente sempre più alti, così come il suo aspetto comincia a cambiare e i chili di troppo, senza fatica, scompaiono senza più tornare.

Senza sforzo Gwendy primeggia anche nello sport e iniziano anche i primi corteggiamenti. La voglia di verificare tutte le cose che Farris le ha detto a proposito la scatola diventa irresistibile e così un giorno decide di provare iniziando a studiare un posto nel mondo dove verificare la sua potenza…

Breve ma ficcante romanzo del Re scritto assieme a Richard Chizmar che ci porta, non solo nel Maine e nell’adolescenza – luogo e periodo della vita così cari al grande scrittore americano – ma nell’animo umano di chi, anche con le migliori intenzioni, deve fare i conti con la propria coscienza. Col suo stile diretto e implacabile il Re ci racconta una storia originale che ricorda lo storico episodio “The Box” della serie “Ai confini della realtà” del 1983, ampliandone la tematica. 

A questo sono seguiti “La piuma magica di Gwendy” a firma dello stesso Chizmar e “L’ulitma missione di Gwendy“ sempre scritto dalla coppia King/Chizmar.  

 

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