“Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve” di Jonas Jonasson

(Bompiani, 2012)

L’editoria scandinava è famosa in tutto il mondo per i suoi gialli e i suoi noir, il commissario Martin Beck creato da Maj Sjöwall e Per Wahlöö, e la trilogia di Millennium di Stieg Larsson su tutti. Ma questo libro scritto da Jonas Jonasson nel 2009, tutto incentrato sulla satira e l’ironia, è l’eccezione che conferma la regola.

Il giorno del suo centesimo compleanno, poco prima che venga festeggiato nella casa di riposo in cui vive, Allan Karlson scappa scavalcando – in ciabatte e con molta attenzione… – la finestra della sua camera al piano terra per poi scomparire. In maniera del tutto casuale Allan si ritroverà fra le mani una valigia piena di soldi dando il via a una serie di eventi che lo porteranno a essere il più ricercato del Paese.

Ma per Allan non è certo la prima avventura del genere, classe 1905, fin da giovane è stato appassionato di esplosivi, cosa che lo ha portato in giro per il mondo, facendogli conoscere i protagonisti più importanti del Secolo Breve, come per esempio Mao Tse-Tung, Stalin, Franco, Truman, Churchill, De Gaulle e altri ancora…

Divertente e ironico viaggio nel Novecento, nonché satirica riflessione sulla vita e, soprattutto, sulla vecchiaia. Nel 2013 viene realizzato un adattamento cinematografico diretto da Felix Herngren.

“L’insolito caso di Mr. Hire” di Patrice Leconte

(Francia, 1989)

Questo noir molto particolare è tratto dal romanzo del maestro Georges Simenon “Il fidanzamento di Mr. Hire” edito per la prima volta nel 1933, e al tempo stesso è anche il remake del film “Panico” di Julien Duvivier uscito nel 1943. Sceneggiato dallo stesso Patrice Leconte assieme Patrick Dewolf, questo adattamento, seguendo proprio lo spirito e il genio del grande scrittore belga, indaga non tanto sull’intreccio delle vicende, ma nell’animo delle persone che le provocano e le vivono. Ed è lì, nel profondo dell’animo umano – quello che in maniera sublime cerca e trova sempre Maigret nelle sue inchieste – che si comprendono la natura e i relativi comportamenti dei protagonisti

Mr. Hire (un bravissimo Michel Blanc) è un uomo molto riservato e solo. E’ un sarto che non ama frequentare nessuno e per questo non è ben visto dai suoi vicini di casa. Il suo hobby è il bowling, unico motivo – a parte saltuari visite in una casa di appuntamenti – per cui esce di casa. Casa dove passa tutto il tempo in cui non lavora, e casa dalla quale spia la sua bella e giovane nuova vicina Alice (un’affascinante e tenebrosa Sandrine Bonnaire).

Proprio nei pressi del condominio dove abitano i due viene ritrovato il corpo senza vita di una ragazza che è stata uccisa dal suo aggressore. La Polizia deduce che il criminale intendeva solo rapinarla ma poi, preso dal panico, l’ha ammazzata. I sospetti cadono quasi automaticamente su Hire e il commissario di Polizia (André Wilms) tampina l’uomo convinto della sua colpevolezza. Intanto, resasi conto casualmente di essere spiata da Hire, Alice lo avvicina. La ragazza confessa all’uomo che trova le sue attenzioni molto stimolanti…

Ma che cos’è davvero l’amore? O meglio, fino a dove può portare l’amore, anche quello più oscuro e insano? Leconte ce lo prova a spiegare con questa bella e intensa pellicola, con un cast davvero superbo e una colonna sonora struggente.

E poi, lasciatemelo dire: Simenon è sempre Simenon…

“SWOP: I sesso dipendenti” di Leslye Headland

(USA, 2015)

Lainey (Alison Brie) e Jake (Jason Sudeikis) per una serie di strani eventi, e conoscendosi solo da poche ore, perdono la verginità insieme. Dopo oltre tredici anni si ritrovano casualmente a una riunione di persone che hanno un cattivo rapporto col sesso.

Lei è ancora legata sessualmente all’uomo che frequentava all’università, che ormai è un libero professionista, ma sopratutto ha un altro rapporto sentimentale stabile e ufficiale. Lui, invece, non perde occasione per fare sesso con una donna per poi scappare o farsi lasciare. Proprio per le loro comuni e allo stesso tempo differenti problematiche i due cominciano a frequentarsi, parlando di sesso e amore, senza però mai sfiorarsi. Quando lei decide di tornare all’università e si trasferisce in Michigan Jake…

Nonostante i dialoghi piuttosto espliciti e coloriti, questa commedia scritta e diretta dalla sceneggiatrice Leslye Headland è una delle più romantiche degli ultimi anni. Chi è stato sempre bravo nella propria vita a distinguere bene il sesso dall’amore, senza mai sbagliarsi, neanche una volta …è un bugiardo.

Per la chicca: SWOP non è altro che l’acronimo della “patologia” del titolo originale “Sleep With Other People”.

“Shame” di Steve McQueen

(UK, 2011)

Scritto dallo stesso Steve McQueen insieme ad Abi Morgan, “Shame” colpisce dritto sul muso.

Brandon (uno strepitoso Michael Fassbender) vive a New York dove possiede un ottimo lavoro che gli permette di stare in un appartamento a Manhattan. Ma la vita di Brandon è segnata da un lato oscuro: il suo rapporto bulimico e irrisolto col sesso. L’uomo, infatti, passa tutto il suo tempo libero guardando film porno, facendo sesso con partner occasionali e, più spesso, con prostitute.

A turbare il suo equilibrio arriva Sissy (Carey Mulligan), sua sorella minore – che viene dallo… “stesso orrido posto” – ma che vuole solo passare del tempo insieme a lui. Il girone infernale dei lussuriosi in cui vive Brandon vacilla pericolosamente…

Nuda e cruda pellicola sul lato oscuro che ognuno di noi potrebbe avere, dove le immagini – molto spesso forti – e gli sguardi valgono quanto i dialoghi.

Per la sua interpretazione, Fassbender ha vinto, giustamente, la Coppa Volpi alla Mostra del Cinema di Venezia.